Una visione fotografica

Una visione fotografica é ciò che caratterizza quasi ogni aspetto della mia vita, sia che io stia effettivamente scattando delle fotografie, sia che stia semplicemente accompagnando mia figlia a scuola. Questo articolo non parlerà di tecniche fotografiche o dietro le quinte di qualche mio lavoro, ma semplicemente di pensieri e (a volte) banalità che mi capita di percepire durante la mia giornata. Mi domando semplicemente se capiti anche te che stai dedicando un po’ del tuo prezioso tempo al mio blog.

Come molti professionisti del settore, mi capitano occasioni e progetti che non sempre hanno un collegamento diretto, o quantomeno evidente, con la fotografia ed in particolare con la fotografia commerciale che realizzo.
Ammetto che quando attraverso periodi in cui la macchina fotografica resta più nella borsa che sul mio cavalletto o in mano, subentra un minimo di frustrazione anzi, sarò sincero fino all’osso: paura!

Paura di essere meno fotografo e più direttore creativo, quando ad esempio dirigo i miei collaboratori nel settore video e/o grafico per lavori che mi sono stati commissionati ma non richiedono appunto la realizzazione di fotografie.
Paura che i clienti mi riconoscano più per una e non l’altra cosa… paura di ovattare ed assopire Umberto il fotografo.

Qualche giorno fa però, punzecchiato da questa sensazione, ho notato qualcosa che mi ha fatto completamente rivalutare sia le differenti figure creative che a volte vesto sia il mio lavoro di fotografo (in senso stretto).

Stavo lavorando ad un progetto per lo stand Honda a EICMA 2018 (provate a cercare #hondaeicma2018 #hondahrceicma su Instagram e Youtube) più che altro dirigevo i miei collaboratori nella realizzazione di montaggi video ed adattamento con lo sviluppo di grafiche ad hoc.
In un momento di calma prima della consegna ho iniziato a riflettere sul fatto che é da un po’ che non scatto in modo “attivo”, ma improvvisamente ho capito che questo genere di lavori mi viene commissionato proprio per il mio gusto e sensibilità estetica che si traduce appunto in un particolare modo di vedere, anzi, osservare e percepire le cose che mi si presentano davanti: appunto per la mia “visione fotografica”.
Per la realizzazione di alcune grafiche Honda ho dovuto attingere da una serie di video estraendo dei singoli fotogrammi. In definitiva, estrarre singoli fotogrammi di un filmato, non é altro che scegliere delle fotografie, semplicemente senza doverle scattare.

L’atto di “scegliere” una fotografia prima ancora di scattarla (atto che può durare anche solo millisecondi) é il momento più importante e decisivo nella somma di ogni istante che compone la vita di un fotografo.

Ebbene, sono arrivato alla conclusione che semplicemente io SONO un fotografo, sia che io stia fisicamente scattando una fotografia sia che la stia scegliendo mentre cammino per strada, faccio la spesa, guardo un film, osservo mia figlia al parco giochi… mentre vivo insomma. Cerco di vedere il più possibile e non guardare. Mentre vedo elaboro, modifico, plasmo nella mia mente secondo un certo (suddetto) gusto estetico.
La mia veste di fotografo non viene quindi ovattata ed assopita, proprio perché non é una veste.

La fotografia mi definisce come essere, senza non esisterei ma dato che son qui a scrivere: sono (fotografo). 

Rispondi